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Cari baristi e ristoratori

  • Immagine del redattore: Avv. Massimo Cruciat
    Avv. Massimo Cruciat
  • 8 apr 2021
  • Tempo di lettura: 3 min

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Cari barisiti e ristoratori, la situazione è grave, ma la buona notizia - che nessuno vi dà - è che c'è la soluzione: la legge 3/2012.

L'esasperazione di questi giorni, in tutta Italia, degli imprenditori del settore della ristorazione è sotto gli occhi di tutti.

Mesi e mesi di chiusura forzata e indennizzi quasi inesistenti.

Significa debiti accumulati, che non sarà possibile pagare, se non per i pochi che hanno le spalle larghe.

Per la maggioranza, invece, saranno perdite, e molto ingenti.

Il rischio di fallimento è, insomma, dietro l'angolo.

Ma gli imprenditori - si sa - non ci stanno, non vogliono fallire e alla crisi reagiscono con forza, con proteste in tutta Italia, ieri anche a Roma davanti ai palazzi della politica, per chiedere una cosa molto semplice: riaprire per lavorare.

Un diritto che non si capisce perchè non venga riconosciuto. Da questo punto di vista, mancano risposte, manca un piano: solo programmando le riaperture in modo chiaro, si potrebbe ridare fiducia ai tanti che oggi l'hanno persa e sono disperati.

Tanto disperati che per superare le difficoltà del blocco qualche titolare di bar e ristorante si è spinto oltre il lecito: c'è chi ha fatto ricorso allo spaccio di stupefacenti (barista torinese) e chi è ricorso agli strozzini (ristoratore modenese), pur di trovare risorse per mantenere la famiglia o pagare i dipendenti.

La disperazione fa fare gesti estremi e la situazione sembra destinata a peggiorare, un malcontento che potrebbe esplodere su larga scala.

I giornali e internet danno ogni giorno conto delle difficoltà in cui vivono tanti imprenditori.

Resoconti di disperazione quotidiana, ma anche del silenzio di chi ci governa o delle parole di attesa e delle promesse che poi vengono disattese.

Ma c'è una cosa che non viene detta.

C'è una verità che deve essere detta e, anzi, gridata più forte del dolore.

La soluzione che nessuno nomina, neanche chi si fa portavoce di questa o quella associazione, di questa o quella categoria o gruppo di imprenditori.

Come ho detto, la soluzione è legge 3/2012.

Tutti, subito dovrebbero almeno valutare il ricorso a questo strumento.

La legge 3/2012 è un grande aiuto, un rimedio efficace che già oggi gli imprenditori più piccoli - che sono la maggioranza - possono utilizzare per affrontare la crisi che stanno attraversando.

Va bene protestare, va bene chiedere di riaprire, va bene invocare ristori, ma se le richieste non vengono esaudite o le risposte sono lente e insufficienti, è possibile prendere una strada diversa: quella della legge 3/2012, che porta dritta dritta alla ristrutturazione dei debiti.

I mesi di blocco hanno generato un indebitamento che è una zavorra non gestibile per i più, nemmeno se si riaprisse oggi stesso.

Allora va bene chiedere e pretendere la riapertura, ma al contempo occorre anche gestire in modo corretto i debiti che si sono accumulati e che non si è più in grado di pagare e lo si può fare in modo legale con la legge 3/2012.

Perchè non se ne parla?

Perchè la politica e le istituzioni non informano gli imprenditori su questa opportunità?

Perchè nemmeno chi rappresenta il settore non ne parla di questo strumento? E anzi chiede nuove leggi per gestire i fallimenti di chi è destinato a soccombere?

La legge 3/2012 è una realtà, non occorrono leggi nuove per gestire le situazioni di insolvenza.

E la legge 3/2012 può aiutare anche chi - ed è la maggioranza - non intede chiudere e vuole, invece, proseguire la propria attività!

Non sarà il rimedio perfetto, ma di certo è un aiuto per chi è in difficoltà, da attivare subito.

Cari baristi e ristoratori, informatevi. La legge 3/2012 è una realtà. Utilizzarla dipende da voi e lo potete fare adesso.



 
 
 

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