Il mio Coronavirus
- Avv. Massimo Cruciat
- 9 mar 2020
- Tempo di lettura: 4 min
Il Coronavirus, nemico di salute ed economia, il decreto del Governo DPCM di ieri 8 marzo per contenerlo e le polemiche che sta sollevando.

La situazione determinata dal Coronavirus è grave.
Questo è sotto gli occhi di tutti.
Il contagio si sta diffondendo, fa malati e morti.
L'emergenza sanitaria preoccupa, ma c'è anche l'emergenza economica.
Quanti danni sta facendo il Coronavirus nell'economia italiana lo vediamo ogni giorno.
I dati economici sono molto negativi e le tendenze sono pessimistiche.
Un quadro di insieme grave, no gravissimo.
A questo si aggiunge l'incertezza.
Incertezza di analisi, incertezza di soluzioni, oltre che incertezza nella comunicazione.
Stupisce che anche nella valutazione dei medici, dei virologi e di tutta la struttura sanitaria nazionale non ci sia una linearità di vedute o, comunque, che all'esterno passino informazioni anche molto distanti tra loro, incomprensibili per il normale cittadino. Chi minimizza e dice che il Coronavirus è solo un'influenza e chi, invece, ha messo una allarme rosso su questo insidioso nemico.
Non possono non stupire poi le polemiche sulle soluzioni da adottare per il contenimento del virus.
Governo e regioni che danno indicazioni altalenanti e contrastanti: un giorno, state a casa perchè così evitate il contagio, il giorno dopo, uscite perchè se no l'economia si ferma; un giorno, zone rosse circoscritte ai focolai, mentre nel resto del paese va bene la movida e gli aperitivi, il giorno dopo, zone rosse estese a intere province, anche dove non ci sono casi di infetti.
Anche questa incertezza è dannosa.
Le persone e le imprese sono disorientate e perdono fiducia nelle istituzioni.
Chi ci governa deve essere all'altezza della situazione, occorre competenza.
Non si dovrebbe parlare in libertà, perchè le parole pesano.
L'attenuante è che il Coronavirus è uno sconosciuto e nessuno ha la verità in tasca o la ricetta magica per sconfiggerlo e, dunque, tutti possono parlare?
"Ni", la buona fede scusa, ma non assolve dagli errori più gravi.
La scienza dovrebbe essere il faro per i politici, per le loro decisioni, e non le opinioni personali dettate più o meno da sensazioni o buon senso.
Come tutti dicono la loro, anche io voglio dire chiaramente il mio pensiero.
Ma solo di metodo, perchè nel merito sono ignorante.
Per un nemico subdolo come il Coronavirus, che ancora non si conosce e soprattutto ancora non si può contrastare efficacemente, mancando il vaccino, ma solo contenere per limitare la sua diffusione e, dunque, i suoi effetti devastanti, l'unico principio utile dovrebbe essere quello della massima prudenza per la tutela della salute.
Prudenza vuol dire porre in essere azioni, comportamenti e iniziative che devono essere orientate al contenimento del virus nel modo più efficace possibile.
Fare tutto il necessario per proteggere la salute delle persone e, come detto, orientare le scelte operative in relazione alle indicazioni della scienza.
Questo va fatto.
Intendo più chiaramente dire che il primo livello di attenzione deve essere per la salute.
L'economia viene dopo.
A voler salvare tutto, si rischia di perdere tutto.
Le crisi economiche sono un danno per la società, certo.
Ma le abbiamo affrontate in passato e abbiamo modo di affrontarle anche ora.
Ma cerchiamo di farlo da vivi.
Le aziende chiudono?
Forse sì. O forse no.
Ristrutturare e ripartire potrebbe essere una necessità?
Forse sì. O forse no.
Per qualcuno, non per tutti.
Lo vedremo.
Ma per tutte queste situazioni di crisi ci sono gli strumenti.
Le attuali Legge fallimentare e Legge 3/2012 e, ad agosto, il nuovo Codice della Crisi sono le nostre armi contro le crisi economiche.
Le potremo usare, le possiamo già usare, le abbiamo già usate.
Quante procedure abbiamo presentato in Tribunale dando atto per esempio della crisi finanziaria globale del 2008 per spiegare i bilanci negativi delle società in default?!
Ma contro il Coronavirus non c'è nulla, siamo totalmente disarmati.
Allora PRIMA la salute, POI l'economia.
Prima cerchiamo di salvare la pelle, poi interverremo per salvare le nostre aziende.
Comprendo benissimo gli imprenditori che sono preoccupati per il calo di fatturato, il rischio di fermo produttivo, ecc..
Ci mancherebbe che non fossero preoccupati!
Il loro obiettivo sono gli utili.
E' giusto che sia così.
Dal punto di vista di chi gestisce un'azienda, si deve già ora cercare la via d'uscita.
E' giusto che sia così.
E pure il Governo deve andare in auto degli imprenditori, con misure di sostegno adeguate.
Ma la crisi economica da Coronavirus è diversa dalle altre.
E' in gioco la salute delle persone, che viene un attimo prima dei bilanci delle aziende.
I nostri governanti – che devono guardare al bene comune e non all'utile delle aziende – devono preoccuparsi prima di tutto di proteggere i nostri figli, i nostri anziani, noi tutti.
Scegliendo le regole di prudenza suggerite dalla scienza.
Roberto Burioni, ordinario di virologia e microbiologia dell’Università San Raffaele di Milano, uno dei massimi esperti in materia, dice: “La gente deve capire che deve stare a casa, altrimenti non ne usciamo. E deve farlo in tutta Italia, non solo nelle aree più colpite”.
Anche Fiorello, showman ed esperto in divertimento, lo dice pure lui a modo suo di stare a casa https://www.italia-news.it/coronavirus-appello-di-rosario-fiorello-a-stare-a-casa-18020.html
Stiamo a casa!
Il Governo da qui dovrebbe partire (da Burioni e dagli scienziati intendo) per assumere le iniziative di prudenza più adeguate.
Il decreto di ieri va in questa direzione, sembra evidente.
E' sufficiente? Si può fare di più? Meglio?
Il dibattito è quanto mai aperto, le regole operative possono essere sempre migliorate.
Ma il pincipio deve essere chiaro.
Salviamo le persone, le aziende le potremo salvare dopo.
Da vivi.



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