Il sovraindebitamento … dei commercialisti
- Avv. Massimo Cruciat
- 10 lug 2020
- Tempo di lettura: 3 min

I commercialisti hanno scoperto - a luglio 2020 - che c'è la crisi e, soprattutto, che la crisi rappresenta una grande opportunità di lavoro per i loro studi.
Meglio tardi che mai, verrebbe da dire!
Stando all'articolo pubblicato sul Sole 24 ore di lunedì scorso, sembrerebbe che la categoria dei commercialisti "abbia visto la luce" e, grazie a un corso di formazione on line per gestori della crisi da sovraindebitamento, abbia finalmente deciso di investire tempo e risorse nella legge 3/2012 e nelle chances di business che la stessa offre.
E' curioso il percorso che ha portato i commercialisti a questa svolta.
I maligni potrebbero dire che il Covid 19 aguzza l'ingegno e che i fatturati magri dei primi 6 mesi del 2020 hanno portato anche i commercialisti a guardarsi intorno per capire cosa fare per raddrizzare i conti dei loro studi.
Di certo la legge 3 sul sovraindebitamento esiste dal 2012 e gli italiani sovraindebitati ne hanno bisogno anche da prima: gli anni della crisi del 2008 e seguenti hanno, infatti, portato alla introduzione della legge per dare risposta a chi non ce la fa più, arrivando, addirittura, anche a togliersi la vita.
Oggi il Coronavisurs ha, semmai, aggravato la situazione generale e incrementato i numeri, già drammatici, di privati e piccoli imprenditori che vivono in situazioni di grave difficoltà e non sanno come uscirne.
In ogni caso, se oggi i commercialisti vogliono dare una mano, benvenuti.
Più la legge 3/2012 è conosciuta e diffusa, a tutti i livelli, tanto meglio è per chi, destinatario finale, può beneficiare della tutela che offre.
Rimane solo un "piccolo" scrupolo.
Il corso di formazione fatto dall'Ordine dei commercialisti è certamente un elemento utile di apprendimento dei rudimenti della materia, oltre che necessario.
Sarebbe, tuttavia, importante che anche in tema di sovraindebitamento a dominare la scena fosse il principio di competenza ed esperienza e un semplice titolo abilitativo non sembra essere garanzia sufficiente per i clienti.
Occorre dare loro un servizio all'altezza della difficoltà e complessità di una materia che, oltre ai numeri di attivo e passivo, impatta sulla vita delle persone e sulle loro famiglie e anche con conseguenze di carattere emotivo e psicologico, che richiedono sensibilità e attenzione.
Al di là delle aspirazioni professionali di chiunque e a prescindere da spot pubblicitari più o meno indovinati, fortuna vuole che le persone, pur se in difficoltà, continuano a ragionare e a scegliere i consulenti, in funzione della competenza ed esperienza del professionista al quale intendono rivolgersi. E Internet in tutto ciò è di grande aiuto perchè consente di capire e verificare con trasparenza il mercato e, dunque, di valutare bene l'offerta professionale di chiunque. Sono i contenuti che uno propone, le risposte che offre e l'esperienza maturata che consentono di capire se ci possiamo realmente fidare di un professionista e affidarci a lui. Un principio generale che tanto più vale nel caso del sovraindebitamento.
Anche i commercialisti - che ora hanno deciso di scendere in campo - sapranno essere attenti, oltre che ai loro bilanci, alle esigenze vere dei clienti e saranno disposti a essere valutati per il servizio che in concreto offrono, al di là di poter annoverare la legge 3/2012 tra le materie seguite.
Purtroppo, il dato vero è che in autunno la situazione precipiterà e di sovraindebitamento, in termini di problema di privati e imprese, ne sentiremo parlare sempre più.
Tutti insieme, adeguatamente attrezzati, dovremo dare la giusta risposta a quanti si rivolgeranno a noi per essere aiutati a ripartire.
Buon lavoro amici commercialisti!



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