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Italiani sovraindebitati o miliardari?

  • Immagine del redattore: Avv. Massimo Cruciat
    Avv. Massimo Cruciat
  • 26 lug 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

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A leggere i giornali in questi giorni e a vedere la televisione sembrerebbe davvero che i miliardi promessi dall'Europa abbiano il dono di seppellire problemi economici degli Italiani

E' proprio così?

Purtroppo no.

Il Covid 19 fa male, molto male.

Dopo l’emergenza sanitaria, è arrivata l’emergenza economica.

Nei mesi scorsi, durante il lockdown, si erano fatte previsioni, più o meno pessimistiche, delle possibili conseguenze dell'epidemia e del blocco imposto per contenerla.

Oggi, la realtà dell’impatto del Coronavirus sull’economia italiana è purtroppo una realtà, drammatica.


Una parte della stampa ne dà notizia.

Il Sole 24 Ore di giovedì scorso 23 luglio titolava “Piccole imprese, un terzo a rischio”.

Riportando i dati negativi del rapporto Confindustria Cerved, per problemi di liquidità dovuta al calo di fatturato del 12,8% entro fine anno potrebbero entrare in crisi 156.000 piccole imprese, che danno lavoro a 1,8 milioni di lavoratori. Numeri impressionanti.

Il rapporto contiene anche la ricetta per evitare la catastrofe: liquidità da erogare subito alle imprese per un importo che varia tra i 25 e i 37 miliardi di euro.

La parola più importante è “subito”: le imprese per sopravviverre allo shock Covid 19 devono essere sostenute ora. O sarà troppo tardi.

A proposito dei tempi degli interventi di sostegno dello Stato, sempre il Sole 24 Ore di oggi domenica 26 luglio, così dà conto della situazione: “Imprese e lavoratori ostaggio del caos degli ammortizzatori. Si contano ben 14 strumenti e 23 causali, tra ritardi, iter farraginosi e sovrapposizioni”.

Come dire, i soldi promessi arrivano pochi e molto lentamente.


Altro quotidiano, stesso allarme, se non più drammatico.

In questi giorni Avvenire dà voce alla “Pandemia sociale”.

A partire dall'articolo pubblicato il 23 luglio, https://www.avvenire.it/attualita/pagine/effetto-covid-poveri-a-roma, il quotidiano ha iniziato un viaggio nelle grandi città e nella provicina italiana, per raccontare di una realtà di nuovi poveri che chiedono aiuto. Un aumento vertiginoso, sia di nuove richieste di assistenza per chi non è più in grado di affrontare i costi della vita, sia di persone ancora più disperate che sono costrette a vivere per strada.

Nuovi poveri che il Covid 19 ha creato portando nella disperazione lavoratori (partite Iva), anziani soli e famiglie numerose, che prima riuscivano a campare e che ora non ce la fanno più.

La situazione descritta dal giornale era riferita a Roma (7000 famiglie assistite direttamente dalla Caritas diocesana, ma l'assistenza da parte del terzo settore è molto più ampia e diffusa), ma la stessa situazione di disagio sociale è presente in tante altre grandi metropoli e si sta registrando anche in provincia.

Il 25 luglio Avvenire è andato a Bari https://www.avvenire.it/attualita/pagine/pandemia-sociale-bari-usurai. In Puglia sempre più persone e famiglie precipitano nel tunnel dell’usura.

Questo uno stralcio di un drammatico resoconto di una vittima dell'usura: “Gli usurai ti soffocano, con la loro continua presenza, le telefonate, le minacce. Non c’è più vita, non c’è più famiglia. Devi solo pensare a trovare i soldi per tamponare il possibile”.

La via d'uscita in presenza di fenomeni di usura - come sottolineano i responsabili della Fondazione Antiusura "San Nicola e Santi Medici" di Bari - non è che la denuncia e la costituzione di parte civile nel processo penale.

Ma - occorre aggiungere - c'è anche un altro strumento di aiuto.

La legge 3/2012. Ripetiamolo, perchè in molti non sanno nemmeno che esiste questa legge, che aiuta le persone indebitate a uscire dai problemi, senza finire così vittime degli usurai. La legge è stata adottata proprio come mezzo di prevenzione dell'usura.

E poi Torino, che Avvenire racconta in un altro articolo https://www.avvenire.it/attualita/pagine/pandemia-sociale-4-torino.

Seppure con un taglio diverso, in realtà anche l'operosa città del Nord è profondamente ferita dalla pandemia: “Il colpo d’occhio è impressionante: le file ordinate, come si conviene ad una città nota per il suo rigore. Sono dappertutto: per mangiare, per dormire, per contare su un ascolto non distratto. E poi fuori dai negozi, al Banco dei pegni. La sferza di Covid-19 ha colpito Torino duramente. Lo fa ancora, anche se l’emergenza sanitaria sembra finita. La chiusura delle fabbriche e il serrarsi in casa hanno fermato la pandemia, ma hanno infiammato la povertà. Chi non lavora e non ha risorse, semplicemente non mangia. E qui sono in molti.

Seguiremo questa interessante narrazione di Avvenire che dà con forza voce al dramma che stanno vivendo migliaia di italiani nel pieno dell'emergenza economica post Covid.


A fronte di queste notizie, da altre parti l’attenzione è focalizzata sui miliardi che arriveranno dall’Europa.

Grande risalto viene dato in questi giorni al successo del Governo italiano per aver ottenuto la concessione degli aiuti comunitari.

Niente da dire sul fatto che sia un risultato positivo.

Ma si tratta di miliardi che arriveranno forse, tra anni.

Gli Italiani - quelli raccontati dal Sole 24 Ore e da Avvenire - sono in difficoltà oggi.

E vanno aiutati oggi.

La crisi del 2008 ha portato tanto persone troppe a togliersi la vita per motivi economici.

Cerchiamo di essere concreti e di portare aiuto ora a chi è ora in difficoltà. Evitiamo che altre persone arrivino per disperazione a gesti estremi.

 
 
 

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