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La funzione della legge 3/2012: ridare serenità alle persone

  • Immagine del redattore: Avv. Massimo Cruciat
    Avv. Massimo Cruciat
  • 7 dic 2018
  • Tempo di lettura: 4 min

Seguendo la scaletta dei punti che intendiamo affrontare nell'analisi della legge 3/2012, il primo riguarda la funzione della legge ossia a quale risultato può portare.

In internet spesso la legge 3/2012 viene descritta, e anche visivamente rappresentata, come un “cancella debiti”, ma questa è una visione distorta.


La legge 3/2012 ha, in realtà, l'obiettivo di consentire alle persone in difficoltà di ristrutturare i propri debiti ossia di trovare una sistemazione adeguata dei debiti e di far ripartire il debitore. La ripartenza, la seconda chance è, in altri termini, il vero risultato al quale il debitore può aspirare grazie alla legge 3/2012.

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Chi ha perso il lavoro e non sa come fare per arrivare a fine mese, chi ha dovuto fare i conti con una grave malattia che ha costretto a chiudere la propria azienda, chi ha patito gli effetti negativi della separazione coniugale e per questo motivo si trova i creditori alle costole, prima della legge 3/2012 aveva la prospettiva di rimanere debitore a vita. Se le entrate sono diminuite e non posso far fronte agli impegni assunti, è chiaro mi trovo a subire le azioni di recupero ed esecutive dei creditori, i quali hanno diritto di avere quanto gli spetta.

Queste situazioni fino al 2012 non avevano altra soluzione se non la corsa dei creditori a recuperare i propri denari, con ingiunzioni di pagamento e pignoramenti, nei confronti dei debitori e, peraltro, l'esito era quasi sempre deludente per entrambi: il debitore rimaneva esposto fino a quando non avesse saldato fino all'ultimo centesimo il creditore per capitale, interessi e spese e, dunque, rimaneva incatenato “a vita”; il creditore spesso non riusciva a ottenere che una parte soltanto del proprio credito, magari dopo aver speso ingenti somme in avvocati per cause spesso inutili e sempre costose. Grazie alla legge 3/2012 lo scenario è radicalmente cambiato.

Ora attraverso le procedure previste dalla legge 3/2012 debitore e creditori hanno uno strumento in più per sistemare i loro rapporti: anziché cercare di scappare, il debitore può ora mettere la parola fine alla situazione di difficoltà in cui si trova, facendo una proposta ai creditori, e, a loro volta, i creditori possono accettare l'offerta del debitore e vedere così riconosciute le loro ragioni in relazione alle possibilità del debitore stesso e spesso in tempi anche più brevi di quelli dell'esecuzione individuale.

Non a caso dico che la legge 3/2012 è utile a debitore e creditori: solo l'intesa tra le parti può favorire la composizione della crisi nel modo migliore per entrambi.

Profondamente sbagliato è pensare alla legge 3/2012 come uno strumento per il debitore contro i creditori!


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Dunque, il presupposto di applicazione della legge 3/2012 è che ci sia una situazione di sovraindebitamento ossia, in senso generale, di indebitamento eccessivo rispetto al reddito/patrimonio facilmente liquidabile e, a fronte di ciò, la soluzione offerta dalla legge 3/2012 è, appunto, un rimedio a questa situazione di grave difficoltà finanziaria, che si traduce per il debitore in una ripartenza ossia nella chiusura definitiva col passato.

Non tutte le situazioni sono, tuttavia, uguali.

Non tutti hanno le stesse possibilità.

Non tutti hanno gli stessi obiettivi.

Nei limiti previsti dalla legge, le strade per uscire dal sovraindebitamento possono essere diverse ed è per questo motivo che la semplificazione della cancellazione dei debiti non chiarisce il significato delle legge 3/2012 e anzi crea falsi miti e illusioni. Se è vero che la legge consente di cancellare i debiti, è anche vero che questo è solo uno dei possibili risultati della applicazione della legge, ma non è né necessario, nè esclusivo.

Un esempio può essere utile per comprendere meglio questo punto. Se ho la casa all'asta, una delle possibilità è che la casa venga venduta e il debito residuo cancellato: se la casa vale 100.000 e il mutuo con la banca pesa ancora per 150.000, posso decidere di vendere la casa, pagare alla banca i 100.000 ricavati dalla vendita della casa e ottenere la cancellazione della differenza di debito, andando così a risparmiare 50.000. Ma la soluzione potrebbe essere anche diversa. La persona che ha la casa all'asta potrebbe desiderare di salvare la casa, anziché lasciarla andare in vendita all'asta. Per salvarla potrebbe essere disposta a pagare lei 100.000 alla banca e magari anche tutto il debito di 150.000, pur di non perdere la casa: potrebbe farlo per esempio con un piano di rientro molto lungo basato sul proprio reddito, da destinare in parte alla estinzione del debito verso la banca. In questo caso, potrebbe esserci, dunque, una soluzione finale che non prevede nessuna cancellazione di debiti e, tuttavia, il nostro sovraindebitato sarebbe di certo la persona più felice del mondo per aver salvato la propria casa.

Ecco allora che la legge 3/2012 può sì portare alla cancellazione dei debiti ma non è detto che il debitore possa o voglia raggiungere questo risultato: come abbiamo visto, una persona potrebbe avere interesse a pagare i debiti e a conservare i propri beni! Si deve, dunque, dire in sintesi che la legge 3/2012 consente di arrivare al risultato della ripartenza in diversi modi, che in concreto vanno individuati in base agli obiettivi e alle possibilità della singola persona (fermo si intende il rispetto della legge e dei limiti e vincoli che pone). Il punto è allora prima di tutto ASCOLTARE.

Occorre dedicare del tempo a conoscere la persona, capire bene non solo la situazione di difficoltà in cui vive, ma anche il contesto famigliare e sociale e le aspirazioni, gli obiettivi e le possibilità concrete. Solo così è possibile strutturare il percorso di uscita dal sovraindebitamento più adatto alle esigenze specifiche di quel determinato debitore, senza l'ansia di cancellare debiti, ma con l'obiettivo di superare le difficoltà e ripartire per una vita serena.

Buon week end!

 
 
 

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